Firenze, 9 marzo 2011 – Quando le guardie zoofile hanno varcato la soglia del casolare di campagna dove si era consumato l’orrendo banchetto, si può facilmente immaginare la stretta allo stomaco che le ha inevitabilmente colte.
Una grossa testa di cane sanguinolenta, scuoiata di fresco, era affissa su un palo. Appesi su una vecchie rete da letto a doghe, in un magazzino attrezzi, tre cosci di cane macellati di fresco stavano subendo un trattamento per diventare prosciutti. E a spalancare le porte di questo orrorifico macello casalingo è stato l’autore stesso dell’uccissione per strangolamento e dello scuoiamento del cane, un 23enne senza fissa dimora originario del Sud Italia.
La segnalazione di quanto accaduto era avvenuta qualche giorno prima da esperti informatici dell’Ente nazionale protezione animali, che avevano segnalato una chat in un gruppo di discussione su Facebook, ed in particolare una frase di un utente del sociale network che diceva: “Dopo che ho ucciso capretti e polli ho preso la decisione più truce, ho ucciso il mio cane, l’ho appeso come un coniglio e denudato”. Domenica scorsa, così, due squadre di guardie zoofile, dopo avere avuto i necessari riscontri, si sono recati nel casolare sulle colline di Firenze, occupato abusivamente dal giovane, denunciandolo per maltrattamento e uccisione di animali.
Il cane, una femmina di razza Corsa di 50 chili, era stato affidato al giovane dalla sorella: dopo averlo ucciso con una corda, il 23enne lo ha appeso ad un albero, lo ha scuoiato e ne ha mangiate alcune parti. Il giovane ha raccontato che il cane sarebbe rimasto vittima di un incidente stradale (nessun riscontro a questa ipotesi è stato però finora trovato), ma ha ammesso di averlo mangiato. A suo dire ”la carne è buona e saporita, ha un aroma di tartufo”.
fonte La Nazione.it