Prima o poi tutti i proprietari di una bella femmina desiderano farle avere una cucciolata: ma la scelta, anche in questo caso, dev’essere razionale e ben ponderata.
Non bisogna farla riprodurre perché si pensa che essa “debba” partorire almeno una volta nella vita: questa è soltanto una credenza popolare senza alcun fondamento scientifico.
La femmina che non ha figli vive tranquilla, felice e sana esattamente come quella a cui si fa fare una cucciolata.
Uno studio statistico ha dimostrato che l’incidenza di tumori all’utero è leggermente più bassa nelle femmine che hanno diverse cucciolate come quelle che vivono in un allevamento; ma tra chi non ha mai partorito e chi ha partorito una volta sola non c’è alcuna differenza.
Cuccioli sì, cuccioli no
Prima di decidere per l’accoppiamento del nostro cane, soffermiamoci un attimo a valutare i pro e i contro.
Soprattutto diamo una risposta ai seguenti quesiti:
- Se abbiamo una femmina
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- Se abbiamo un maschio
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Se la risposta a una sola di queste domande è “no'”, è meglio evitare l’accoppiamento.
Un allevatore avrebbe inserito un’ulteriore domanda e cioè questa: “Il cane è bello, tipico e in grado di dare un buon contributo alla razza?
Anche il privato, teoricamente dovrebbe porsela: ma in fondo non è un grave delitto far avere una cucciolata a un cane che non è proprio la dimostrazione vivente dello Standard. Primo, perché al suo padrone sembrerà sempre il più bel cane del mondo. Secondo, perché il mondo non è solo dei belli, ed è giusro che ci sia spazio per tutti l’importante è che i cuccioli vengano ceduti a un giusto prezzo, e che non si cerchi di farli passare per futuri campioni).
Il mondo, però, cleve essere riservato ai cani equilibrati e di buon carattere: e se è vero che in molti casi il carattere del corso viene rovinato da errori umani è anche vero che è difficile stabilire in quale misura i suoi geni abbiano influito sull’eccessivo nervosismo o sulla tendenza ad abbaiare in modo insopportabile.
Nessuno ci proibisce di amare il nostro cane anche se ha un caratteraccio: ma nessuno ci obbliga a usarlo in riproduzione.
Se ci piace questa razza, dovremmo sentire come nostro preciso clovere la nascita di cuccioli il più possibile sani ed equilibrati: quindi se il nostro cane non può garantire questa qualità, la scelta più responsabile è quella di non farlo riprodurre.
Se abbiamo deciso per il “no” e…
… abbiomo una femmina
Il sistema migliore per impedire a una femmina di accòppiarsi… è tenerla sotto controllo.
Anticoncezionali e pillole” varie sono ancora in una fase iniziale di studio per il mondo canino, e quelli attuali sono vere e proprie “bombe’, ormonali che possono danneggiare seriamente l’apparato riproduttivo.
Se il “misfatto” fosse già avvenuto, è possibile rimediare entro quattro giorni portando la femmina dal veterinario, che le praticherà un’iniezione abortiva. Questa ha I’effetto di far ricomparire quasi immediatamenîe il calore quindi bisognerà aumentare la vigilanza per evitare un ulteriore accoppiamento.
Attenzione: questa sorta di “pillola del giorno dopo” non puo essere usata come anticoncezionale abituale.
La dose di ormoni è molto elevata e non fa certo bene: quindi è utile in caso di emergenza, ma non bisogna certo abusarne.
… abbiomo un maschio
Dovremo cercare di evitare le sue “fughe” d’amore, impedendogli di girovagare libèro (cosa che in tutti i casi non dovrebbe neppure passare per la testa di un padrone di cane corso) e anche di frequentare cagnette palesemente,.amiche” nei giorni a rischio.
I cani sono capaci di escogitare i trucchi più irnpensati per riuscire a coronare il loro sogno d’amore, quindi è bene non fidarsi mai.
Controllare gli ardori di un maschio in calore fa parte delle responsabilità di ogni buon padrone.
Attenzione: se possediarno un maschio e non siamo allevatori né ci interessa avere un cucciolo ma cerchiamo una cornpagna pel il nostro corso solo per “sua” soddisfaziorre personale pensiamoci bene.
ll cane rnaschio non è un uomo e non ragiona come lui: non ha ploblemi fisici se resta vergine e tanto meno si pone problemi psicologici.
In cornpenso, i problerni psicologici nascono dopoo che ci ha provato: perché la cosa gli piace parecchio e non vede l’ora di ricominciare.
Per i cani di allevamento il problerna è rninimo perché capiteranno presto nuove ocasioni; ma per il cane di un privato la cosa non è altrettanto scontata.
ll cane potrebbe stressarsi a tal punto che cercherà di coprire ogni femmina che incontra (che sia in calore o meno) e magari anche qualche rnaschio… o la gamba del padrone o peggio ancora quella di un’amica in visita.
Far accoppiare il rnascl.rio una sola volta spesso significa creare un potenziale “maniaco sessuale frustrato”, che può creare situazioni decisarnente imbarazzanti: se l’idea ci infastidisce è rneglio smettere di cercargli “moglie” e godersi un cane forse un po’ ingenuo ma sicuramente più tranquillo.
Il calore
Il ciclo sessuale della femmina attraversa diverse fasi: essa accetta il rnaschio solo durante l’estro, il cui inizio si rnanifèsta con perdite di sangue abbastanza consistenti. Un altro sintomo piuttosto evidente è l’ ingrossarnento della vulva.
Nella fase iniziale del calore la fèrnmina non accetta I’accoppiamento intorno al 9°-
I giorni fèrtili solitamente sono quelli che vanno dal 10° al 14°, contando dall’inizio delle perdite ematiche. Nei molossoidi questo periodo spess è soltanto indicativo, perché alcune cagne diventano recettive anche al ventesimo giorno.
Se la femminaa vive in casa, possiamo farle indossare un paio di mutandine igieniche (a cui sarà bene abituarla progressivamente per evitare che se le tolga): si trovano in tutti i petshop.
Attenzione: le mutandine hanno il solo scopo di proteggere i pavimenti. Non servono a nulla contro l’impeto amoroso di un maschio che riesce a strapparle in tre secondi netti.
L’accoppiamento
Se è stato programmato un accoppiamento, specie se si deve compiere un lungo viaggio per far coprire la femmina da un riproduttore particolarmente interessante conviene far eseguire dal veterinario lo striscio vaginale e/o il conteggio ormonale. per cttltrlscete i giorni fertili (anche se questi metodi non danno garanzie assolute).
Quando arriva il momento giusto, la fèmmina dovrebbe accettare il rnaschio senza problemi; se è molto dominante, però, potrebbe ribellarsi.
In questo caso la rnonta andrà assistita e la cagna andrà tenuta in modo che non possa mordere il maschio… o semplicernente “smontarlo” facendogli passare ogni ardore.
Il maschio molto giovane alla prima monta può avere qualche perplessità e chiedersi “come si fa”: se la fèmmina è particolailîente nervosa ( specie se anche lei è al prirno accoppiamento) lo si può aiutare, altrimenti è meglio lasciar fare alla natura.
È consigliabile, quando possibile, unire sernpre un soggetto giovane e uno esperto in faccende amorose: le cose filano assai più lisce.
La gravidanza
La gravidanza dura 62-
deve mantenere il suo ritmo di vita abituale. Puo passeggiare e giocare corne sernpre: non si dovrà neppure variare I’alimentazione.
Al 35° giorno un bravo veterinario può dirci se è avvenuto il concepimento palpando I’addome.
Attenzione: la diagnosi è più facile al 35° giorno che in quelli successivi, quando i feti cominciano a svilupparsi e non sono più “palline” ben riconoscibili alla palpazione.
Se si vuole una diagnosi più precoce, alla terza settimana si può far eseguire un’ecografia, che avrà anche il pregio di dirci con buona approssimazione quanti cuccioli dobbiamo aspettarci.
Al secondo mese di gravidanza la femmina cominciaingrossarsi e il suo carattere può subire qualche variazione: diverrà più pigra, più “languida” e si stancherà più facilmerìte.
Occorre dirninuire progressivamente I’impegno fisico, e aumentare invece la razione alimentare, da un 15% (verso il quarantesimo giorno) a un 30% quando la gravidanza si avvicina al termine.
E’ bene integrare la razione con alimenti ricchi di calcio (latte, formaggio) o aggiungere calcio in polvere, ma senza esagerazioni.
I segni premonitori del parto possono essere diversi: tutte le cagne cominciano a “preparare la tana” raspando e strappando con i denti coperte, stracci e tutto ciò che trovano a disposizione. Alcune, però, lo fanno solo in prossirnità del parto, altre cominciano anche una settirnana prima.
L’unico segno sicuro che il parto avverrà entro 24 ore è I’abbassamento della temperatura, che scerrde rnolto al di sotto dei valori normali: da 38-
Prepariamoci al lieto evento e allertiamo anche il veterinario, nel caso in cui non filasse tutto liscio.
La sala parto
Dovremo allestire una “sala parto” funzionale, ovvero una cassetta della misura di circa un rnetro per un rnetro.
Ne esistono già pronte in commercio, ma Ia si può anche costruire con tavole di legno.
L’altezza dovrà essere di 40 crn su tre lati; per il quarto lato si deve prevedere una serie di scanalature in cui inserire le tavolette di misura sempre maggiore man mano che i cuccioli crescono.
La mamma, infatti, deve poter entrare euscire agevolmente dalla sala parto, mentre i cuccioli devono restare assolutamente aII’interno.
L’interno della sala parto dev’essere completamente liscio; bisogna controllare che non ci siano parti sporgenti, che eventuali chiodi non spuntino dalle tavole, che non vi siano fessure tra una tavola e l’altra: i neonati sono completalnente ciechi, ma questo non impedisce loro di gironzolare per la sala parto… e di ficcarsi nei guai se solo se ne presenta l’occasione.
La cassa va “corredata” con stracci e fogli di giornale , il tutto ridotto in piccolissimi pezzi per evitare che qualche cucciolo resti imprigionato (e magari soffocato) all’interno di un pezzo troppo grande.
La cagna, raspandoo e rnordendo farà sicuramente la sua parte per preparare un “nido”: accertiamoci che tutto sia veramente ridotto ai minimi termini.
Teniamo pronti alcuni panni di scorta: mama e cuccioli dovranno restare in sala parto per alnleno quindici giorni e questa dev’essere sempre pulitissima.
Stracci e fogli presenti al momento del parto saranno inutilizzabiIi, impregnati di sangue e liquidi amniotici: a parto concluso quindi, andranno sostituiti con un unico panno morbido da tendere bene ai lati per evitare che i cuccioli si infilino sotto.
Per fissar lo al pavimento si può usare del nastro bianco adesivo molto forte: meglio evitare chiodi o graffette. lato si deve prevedere una serie di scanalature in cui inserire le tavolette di misura sempre maggiore man mano che i cuccioli crescono.
La mamma, infatti, deve poter entrare euscire agevolmente dalla sala parto, mentre i cuccioli devono restare assolutamente aII’interno.
L’interno della sala parto dev’essere completamente liscio; bisogna controllare che non ci siano parti sporgenti, che eventuali chiodi non spuntino dalle tavole, che non vi siano fessure tra una tavola e l’altra: i neonati sono completalnente ciechi, ma questo non impedisce loro di gironzolare per la sala parto… e di ficcarsi nei guai se solo se ne presenta l’occasione.
La cassa va “corredata” con stracci e fogli di giornale , il tutto ridotto in piccolissimi pezzi per evitare che qualche cucciolo resti imprigionato (e magari soffocato) all’interno di un pezzo troppo grande.
La cagna, raspandoo e rnordendo farà sicuramente la sua parte per preparare un “nido”: accertiamoci che tutto sia veramente ridotto ai minimi termini.
Teniamo pronti alcuni panni di scorta: mama e cuccioli dovranno restare in sala parto per alnleno quindici giorni e questa dev’essere sempre pulitissima.
Stracci e fogli presenti al momento del parto saranno inutilizzabiIi, impregnati di sangue e liquidi amniotici: a parto concluso quindi, andranno sostituiti con un unico panno morbido da tendere bene ai lati per evitare che i cuccioli si infilino sotto.
Per fissar lo al pavimento si può usare del nastro bianco adesivo molto forte: meglio evitare chiodi o graffette.
Il parto
Quando inizia il parto, quasi sempre la femmina è felice di avere accanto il padrone: in rari casi ci farà capire che preferisce essere lasciata sola.
Rispettiamo i suoi desideri, non standole troppo addosso,ma restiamo in zona. Se la femmina non ci vuole tra i piedi resteremo a due o tre metri di distanza; se invece ha bisogno di noi potremo sederle accanto, accarezzarla e farle coraggio, specie se è alla sua prima cucciolata.
Il primo sintomo di parto è l’emissione del “tappo” mucoso, a cui segue solitamente la rottura delle acque, piuttosto vistosa anche nel caso di un cane piccolo.
Se tutto va bene, tra la rottura delle acque e l’uscita del primo cucciolo passerà da mezz’ora a un’ora: ma l’intervallo tra un cucciolo e I’altro può essere un po’ più lungo, perché le differenze individuali sono notevolissime.
Se passano più di quattro ore, chiamiamo il veterinario. Controlliamo la posizione dei cuccioli quando appaiono: se compaiono la testa e i due arti anteriori distesi in avanti, tutto va bene. Va bene anche la posizione podalica, che nel cane non implica grossi problemi.
Possono esserci difficoltà, invece, se appare solo la testa, senza gli arti (il cucciolo li ha protesi all’indietro o lateralmente e possono causare un intoppo), o se appare una sola zampina: in questo caso, se ci accorgiamo che le spinte della cagna non ottengono il risultato di espellere il cucciolo, potremo darle una mano.
Infiliamo un paio di guanti sterili (del tipo chirurgico) e proviamo ad assecondare le spinte della cagna con molta dolcezza: non tiriamo mai con forza, perché potremmo uccidere il cucciolo, ma limitiamoci a “trattenerlo” mentre la cagna spinge.
Al massimo possiamo provare a ruotarlo a destra e a sinistra molto lentamente e dolcemente, cercando di eliminare l’intoppo causato dalla posizione scorretta degli arti. Se non ci sono risultati, non insistiamo e chiamiamo il veterinario.
Il cucciolo nasce avvolto nel sacco amniotico, che la cagna subito lacera e ingerisce; ingerirà anche la placenta. E’ tutto naturale e non le fa alcun male.
Dopo aver rotto il sacco la cagna comincia a stimolare il cucciolo leccandolo con forza per farlo respirare: il neonato reagirà molto probabilmente con un piccolo strillo, che è segno di buona salute e di vigore neonatale. Alcuni cuccioli, però, non piangono affatto: anche in questo caso non dovremo preoccuparci, ma osservare il piccolo per vedere se dondola la testa lateralmente.
Se lo fa, significa che è già in cerca delle mammelle: quindi è un tipo silenzioso, ma pienamente vitale!
Man mano che vengono asciugati e stimolati, tutti i cuccioli cominceranno a dirigersi decisi verso le mammelle: se il parto è ancora in corso e se la cagna si agita molto è meglio raggruppare i cuccioli già nati in una scatola o in un cestino (stando vicini avranno più caldo e finiranno anche di asciugarsi), in attesa che la mamma si calmi, per evitare che qualche cucciolo venga schiacciato inavvertitamente. Anche se stanno un paio d’ore senza mangiare, non corrono alcun rischio . La scatola-
Quando il parto è terminato, la cagna è visibilmente sollevata: rimettiamole accanto tutti i cuccioli, controlliamo che si attacchino alle mammelle e lasciamo in pace la nuova famigliola.
Dopo un’oretta potremo fare una visita di controllo, dando un po’ d’acqua alla mamma e accertandoci che tutti i cuccioli stiano bene. Non diamole ancora cibo, non ne ha bisogno (le placente ingerite costituiscono un pasto ricco di proteine) e con ogni probabilità lo rifiuterebbe: in questo momento ha cose più importanti a cui pensare!
Quando i cuccioli saranno sazi e si metteranno a dormire, mettiamo il guinzaglio alla cagna e portiamola a sporcare: non vorrà venire, ma dovremo insistere. Ora potremo offrirle anche un po’di cibo (o meglio ancora, un bel litro di latte): se rifiuta, non insistiamo.
Il giorno dopo controlliamole la temperatura: se ci fosse un rialzo bisognerà chiamare il veterinario.
BIBLIOGRAFIA: “Il cane corso” –
si ringrazia canecorsodeltaras.com