Il microchip è un chip appunto, che viene inserito sottopelle al cane, all’ altezza del collo, e serve per identificarlo; ogni microchip ha un codice formato da una serie di 15 numeri che ha sostituito il vecchio sistema del tatuaggio, serve per l’ iscrizione del cane all’ anagrafe canina ed è utile in caso di smarrimento o furto dell’ animale e come deterrente nel caso il padrone voglia abbandonarlo. Una volta registrato il microchip infatti, il cane e quindi il suo proprietario sono facilmente rintracciabili nelle banche dati delle ASL veterinarie.
Ricordiamo che il microchip è obbligatorio e i proprietari dei cani che verranno trovati senza dovranno pagare una multa.
Il libretto sanitario invece viene dato al proprietario del cucciolo nel momento in cui questo inizia il ciclo vaccinale e la sverminazione, è gratuito ed è in dotazione a tutti gli ambulatori veterinari. Il veterinario di fiducia lo compilerà col nome del cane, la razza se è di razza ( altrimenti scriverà meticcio ) il colore, la taglia, il sesso e il numero di microchip, oltre che con i nostri dati anagrafici. Ogni somministrazione di vaccini e medicinali verrà riportata nel libretto con la data, proprio come una sorta di diario, inoltre ogni volta che il cane è malato o viene eseguito un intervento il veterinario scriverà la cura fatta e i dati rilevati.
Serve quindi come promemoria del nostro veterinario e a noi serve ogni volta che ci spostiamo ad esempio per andare in vacanza, in modo che, se succede qualcosa al cane, il veterinario del posto sarà aggiornato sul suo stato di salute; inoltre il libretto serve anche per provare alle autorità che il cane è vaccinato e sano, nel caso ci siano controlli (classico esempio: nelle regioni in cui è obbligatoria l’antirabbica ).Nel caso di un cane comprato all’ estero il libretto sarà sostituito dal PASSAPORTO UE.
Il pedigree: se libretto e microchip sono obbligatori per qualsiasi cane, meticci compresi, il pedigree è riservato solo ai cani di razza pura. Questo documento è la carta d’identità del cane di razza, poiché ci dice da dove proviene ( riporta l’ affisso dell’allevamento o il nome del privato che l’ha fatto nascere )che razza è, a che gruppo appartiene la sua razza, il suo colore, il sesso, il numero di microchip e la data di nascita del cucciolo e gli eventuali passaggi di proprietà.
Il pedigree ROI è un documento ufficiale rilasciato dall’ E.N.C.I (Ente Nazionale Cinofilia Italiana), lo si può richiedere solo se entrambi i genitori del cucciolo ce l’ hanno in quanto esso riporta l’ albero genealogico del cucciolo, sia da parte di madre che di padre, fino alla 4a generazione, quindi è la prova tangibile che il cane è di razza pura dato che ne documenta l’ avvenuta selezione. Oltre a questo vi possono essere riportati gli eventuali titoli nazionali ottenuti dai ” parenti ” del cucciolo e il grado di displasia accertato se vi sono stati casi all’interno della discendenza. Il pedigree si può richiedere all’ E.N.C.I.( solitamente lo fa il proprietario della fattrice ) entro un tempo breve dalla nascita della cucciolata, compilando due moduli.
Il pedigree non viene mai consegnato direttamente dall’allevatore almeno che il cane non sia già abbastanza grande, sicuramente un cucciolo acquistato all’ età minima di legge, ovvero due mesi, o anche a tre non avrà ancora pedigree cartaceo.
Il cartaceo dovrà essere ritirato dal nuovo proprietario presso la propria sede ENCI, la quale invia una lettera per avvisare che il certificato è pronto.
Esistono termini ben precisi per richiedere il pedigree, per questo si dice che “non va a richiesta”, i due moduli che si devono compilare (e si possono scaricare anche dal sito ENCI) per ottenerlo sono:
-A (denuncia di monta e avvenuta nascita): da spedire all’ENCI entro 25 giorni dalla nascita dei cuccioli
-B (richiesta vera e propria, presentando modulo di inoculazione microchip e nome del cane ) : da spedire entro 90 giorni dalla nascita.
Per maggiori informazioni vi invito a leggere l’articolo su come RICHIEDERE IL PEDIGREE.
L’ENCI ha comunque diminuito i tempi d’ attesa e in generale il pedigree ora è pronto dopo 6 mesi al massimo, mentre anni fa ci voleva anche un anno per ricevere la lettera!
Non potendo quindi vedere realmente il pedigree quando acquistate il cane, per togliervi ogni dubbio sul fatto che l’allevatore abbia effettivamente richiesto l’iscrizione, chiedetegli di mostrarvi le copie dei moduli suddetti compilati e spediti; in alternativa potete anche tenere controllato il sito ENCI alla pagina “PEDIGREE ONLINE” : mettendo negli appositi spazi i dati che avete in possesso se il pedigree è pronto vi comparirà.
E’ una leggenda metropolitana da sfatare quella per cui il pedigree serve solo come “ pass ” per entrare alle esposizioni cinofile, in quanto solo questo documento certifica l’ effettiva appartenenza del cane alla razza ed è un vero e proprio certificato d’ origine che appartiene al cane( come l’ auto viene consegnata col libretto incluso, per fare un esempio terra-terra ).
Per le federazioni cinologiche internazionali un cane senza pedigree è un meticcio a tutti gli effetti, anche se riporta le caratteristiche della razza.
Chiunque chieda soldi in più per il pedigree del cane vi sta truffando, perché questo costa sui 30-40€ all’ allevatore che lo include nel costo del cucciolo, quindi NON si può comprare a parte; purtroppo il chiedere soldi extra è una prassi piuttosto comune soprattutto negli allevamenti multirazza e nei negozi, che oltretutto presentano spesso documenti stranieri incomprensibili fatti passare per pedigree ma che con esso non hanno nulla a che fare.
Nel caso il cane sia stato acquistato all’ estero dovrà essere munito di pedigree export, che poi dovrà essere riconosciuto dall’ E.N.C.I. per essere ritenuto autentico.
Esiste infine un altro documento, che può sostituire il pedigree ROI, ed è il pedigree RSR, ovvero un certificato rilasciato dall’ E.N.C.I. ad un cane senza pedigree che viene registrato nel registro italiano riconosciuti: i cani che si presumono appartenenti alla razza ma non hanno pedigree ROI possono partecipare alle expo e venire giudicati, se ottengono buoni voti inizieranno la discendenza e verranno iscritti come capostipiti.
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