“Al mio risveglio sento freddo e tanto dolore agli occhi, mi bruciano tantissimo. Non so che fare, non so come curare queste nuove ferite”.
PALERMO- “Mi aggiro tra le strade, in cerca di cibo e un riparo per dormire la notte. Ogni tanto arriva una carezza da qualcuno che non teme un randagio come, e la accetto. La mia vita scorre così, tranquillamente, non faccio del male a nessuno. Ma non è sempre stata così. Prima avevo una casa, dei padroni, e il collare che porto lo dimostra. Poi, non so per quale motivo, sono stata abbandonata. Ma non mi do per vinta e continuo a vivere. Un giorno capita che quella carezza, che di tanto in tanto arriva, si trasforma in qualcos’altro. Non capisco. Improvvisamente le persone attorno mi fanno del male, mi percuotono. Mi trattengono la testa e il corpo e mi avvicinano una sostanza strana. Dall’odore non la riconosco ma mi fa male. Mi stanno bruciando le palpebre con l’acido.
Non vedo più nulla. Sento le loro risate, i loro passi che, veloci, si allontanano mentre io, persa e disorientata, cado per terra. Al mio risveglio sento freddo e tanto dolore agli occhi, mi bruciano tantissimo. Non so che fare, non so come curare queste nuove ferite. Soffro e non posso neanche piangere. Ricomincio ad aggirarmi per le strade ma temo di non farcela stavolta. Sto male, ho paura, sono sola e sento di morire.
Cammino a fatica, sbando da una parte all’altra, le zampe non mi reggono e non so dove sto andando. Io, che non ho la percezione del tempo, sento per la prima volta lo scorrere dei giorni, che passano a fatica. Ho fame. Il mio fiuto non mi accompagna. Sono totalmente disorientata e il dolore continua ad essere straziante. Un giorno sento dei passi. Il rumore viene verso di me. Ho paura. Un tempo ne sarei stata felice, sapevo che avrei ricevuto un gesto gratuito d’amore. Ma da quella orribile notte non mi fido più. Quei passi potrebbero portare con loro altro dolore. Tremo, non so come difendermi. Una voce dolce mi si avvicina, sento che posso fidarmi, il rancore non appartiene alla mia specie. Con cura qualcuno mi soccorre e mi porta con sé dal dottore. Sono salva, questo umano è venuto a salvarmi e gli sono tanto grata”.
Questa è la storia di Lucia – che abbiamo immaginato narrata in prima persona – un esemplare di cane corso di circa due anni, trovata a San Cipirello grazie alla segnalazione di un ragazzo del posto: “C’è un povero cane con gli occhi bruciati che va sbattendo a destra e a sinistra perché non ci vede”. Lucia, chiamata così è stata poi portata al canile sanitario di Carini il 18 novembre. Grazie alle cure del veterinario e del personale del canile, è stata salvata.
“Tremava ed era terribilmente spaventata – racconta la volontaria Vittoria Marino – abbiamo ricevuto la segnalazione e abbiamo chiamato i vigili che sono intervenuti e hanno dato disposizione al canile sanitario di Carini. Abbiamo voluto vedere con i nostri occhi: quella povera creatura era ridotta male, sbatteva su tutto ed era magra”. Lucia, la creatura che non riesce a comprendere la follia di un gesto crudele, adesso si trova in clinica ed è in via di guarigione. Non perderà la vista e tornerà a vedere ancora con quegli occhi dolcissimi, pieni di speranza e mai di rancore. Ma le cure non sono terminate, e i volontari hanno dato vita a una raccolta fondi per pagare le spese mediche.
di Federica De Felici
livesicilia.it/
Ciao Federico, non ti conosco, ma la passione e l’amore che hai verso il Cane Corso e’ meravigliosa. Anche io ho un Corso femmina, nero tigrato. Ho avuto altri cani, rott, maremmani, meticci. Ma il Corso e’ il Cane. E’ umano. Non ci sono parole per descrivere quanto bella e’ questa Grazie per i bellissimi articoli.
Lombardi Simone Presidente Associazione Europea Diritti Persone Disabili.