Cane Corso Italiano – una Razza Straordinaria! › Forum › Storia e Standard del cane corso › Storia del Corso. › Re: Storia del Corso.
Cari tutti,
sono reduce da un viaggetto in centro-Italia del quale ho approfittato per visitare alcuni allevatori. Ho ricavato delle informazioni che mi piacerebbe condividere con quanti sono interessati.
La prima è in linea con l’osservazione più volte ripetuta da Valerio Ricci su questo forum, che cioè il vero Corso deve essere riprodotto sulla base della funzione, non della morfologia. Io che poco credito davo a questa affermazione mi sono trovato davanti a Corsi diversissimi per conformazione ed anche per colore: tutti ritenuti assolutamente tipici dai loro allevatori, i quali mi spiegarono che si tratta di cani da lavoro, selezionati in base alla loro attitudine e che, quanto alla morfologia, certamente vanno accoppiati “cum granu salis” al fine di non fissare caratteristiche indesiderate ma che prioritaria è la preservazione della loro funzionalità.
Al riguardo, sono stato invitato a leggere fondamentali pubblicazioni scientifiche del dottor Flavio Bruno, medico veterinario e studioso della razza, pubblicazioni che però non sono riuscito a reperire: chissà se lo stesso Valerio Ricci può aiutarmi in questa ricerca?
Agli allevatori ho fatto presente che anche riguardo alla ricerca del “carattere” ideale del Corso c’è parecchia varietà di giudizi: chi privilegia il guardiano, chi il difensore, chi il compagno di giochi per i bimbi. A questo mio ragionamento è stata opposta un’interessante osservazione etimologica: il termine “Corso” potrebbe sì derivare dal latino “Cohors” ma anche, molto più banalmente, dalla definizione dialettale di certi funghi poco pregiati che in Abruzzo-Marche-Lucania sono chiamati “Scars” e ad essi sarebbero stati assimilati questi cani che non sono di razza pura, perché derivati dall’incontro fra i cani-guardiani dei proprietari terrieri ed i cani dei pastori, che durante la transumanza si incrociavano liberamente: ogni proprietario poi preservava e riproduceva il cane in base alla funzione desiderata: grande, brutto e minaccioso per farne un guardiano, rapido e coraggioso per farne un cacciatore, eccetera.
La mia obiezione che su questa base sarebbe stato impossibile ottenere dei pedigree, è stata accolta con risatine e con una spiegazione che, per le regole del Forum, non posso riportare.
Ho poi visto una cosa davvero sorprendente: certi cani dal muso lunghissimo erano prognati. Si tratta di mastini abruzzesi i quali, a quanto mi riferiscono, si servono di questa tara per… prendere il latte dalle mammelle delle capre!
Non è del tutto fondata, pertanto, l’idea che il prognatismo sia stato artificialmente introdotto in omaggio allo scellerato standard ideato dal Morsiani: questo è sicuramente accaduto, ma il difetto è comunque presente anche in razze italiane. Le quali però erano assai più longeve (ho visto un mastino napoletano di 13 anni ed oltre 70 kg che fino all’anno scorso ancora riproduceva!) ed affatto esenti da altre patologie, come l’epilessia, indotte dal meticciamento successivo con boxer e mastiff.
Comunque, non bisogna pensare che tutti i primi “rifondatori della razza” sui quali talvolta Valerio Ricci lancia i suoi strali (la SACC, per intenderci) siano dei mercenari o, peggio, dei truffatori. Io non conosco le vicende che hanno portato al commissariamento della SACC, ma so per esempio che Giovanni Chiecchi è un eminente studioso, docente universitario di Letteratura Italiana ed autore, fra l’altro, di pregevolissimi studi sul Petrarca. Dal suo libro sul Cane Corso si evince un profondo amore per la razza unito a non comuni conoscenze di morfologia, psicologia canina e scienza dell’alimentazione.
Mi vado convincendo che l’aspetto più affascinante della razza che definiamo Cane Corso è proprio questa disomogeneità, all’interno della quale tuttavia riconosciamo il tipo, la quale lascia tanto spazio alla ricerca genetica per i bravi selezionatori e consegna all’utente finale un cane versatile e ricettivo, che accetta di essere plasmato in base all’ambiente in cui vive.