Non ci interessa ottenere solo un cane morfologicamente “bello”, abbiamo bisogno di un cane che sia un ottimo lavoratore, sano, tipico e intelligente; spesso da una certa caratteristica morfologica ne consegue un determinato temperamento e viceversa. Il cane deve essere il collaboratore dell’uomo e il lavoro diviene la chiave per lo sviluppo dell’intelligenza del cane.
Per questo ed altri motivi gli Enti preposti istituzionalmente alla organizzazione e direzione dell’allevamento dovrebbero ridurre il numero delle esposizioni e mostre canine ed invece incrementare le prove pratiche che facciano conoscere e riconoscere le qualità funzionali e morali dei cani di ogni razza. Siamo certi che questo eviterà cocenti delusioni ai tanti proprietari che avendo acquistato, magari a caro prezzo, un cane per un certo scopo, si avvedono che il loro soggetto non è assolutamente adatto a tale fine.
Solo l’amore e il rispetto per la razza sostengono l’opera del vero allevatore, dal quale dipende il futuro della razza stessa.
Non dimentichiamo che allevatori incompetenti e senza scrupoli, avidi di guadagni cospicui e immediati hanno sovente portato alla rovina razze di grande valore poiché questi sciagurati (spesso con cariche istituzionali e di giudice presso enti cinofili) pongono il loro puntiglio sul successo personale alle esposizioni di “bellezza”, dimenticando che il vero protagonista è il cane, la sua utilità a fianco dell’uomo e che le sue qualità morali sono importanti almeno quanto, se non più, di quelle estetiche.
Da parte nostra continueremo il nostro lavoro e le nostre ricerche nella speranza di poter contribuire a conoscere meglio questa magnifica e antichissima razza, il Cane Corso. Desideriamo e ci impegniamo a continuare per il futuro una cultura e tradizione che i nostri padri e i nostri nonni ci hanno sapientemente tramandato.
Il Cane Corso tradizionale
Il Cane Corso è un cane intimamente legato alla storia e alla tradizione della nostra gente. Da sempre è vissuto con l’uomo e per l’uomo che lo ha selezionato e allevato con cura e attenzione sulla base di reali necessità umane ed ambientali. I diversi impieghi ne hanno fatto un cane plurivalente, utile in ogni circostanza e quindi estremamente funzionale.
Pertanto la sua morfologia plasmata nei secoli dagli impieghi funzionali, non può che discendere da questi presupposti ed ogni aspetto morfo-caratteriale che li disattende non gli appartiene.
Il Cane Corso è forza, agilità, resistenza, armonia funzionale nelle forme. E’ un cane intelligente, energico ed equilibrato.
Impareggiabile come cane da guardia e da difesa, esso sa essere anche un formidabile cacciatore; è potente e agile, possiede una corporatura adatta a lavori di diverso tipo svolti in condizioni climatiche spesso estreme.
Nell’insieme si distingue per forza, potenza e per proporzioni ottimali; esprime la sua meravigliosa bellezza funzionale attraverso una morfologia costituita nella sua generale essenzialità strutturale, come segue:
- testa grande, muscolosa, compatta e ben proporzionata rispetto all’insieme;
- sguardo vigile e attento che denota intelligenza ed equilibrio; nell’osservare lo sguardo di ogni soggetto – specchio somatico di una costituzione connessa ad un temperamento – si potrebbe anticipare la valutazione della sua indole;
- masseteri ben sviluppati e duri;
- incisivi diritti, canini ben sviluppati e molto distanziati tra loro; chiusura dentale a forbice, a tenaglia oppure a forbice rovesciata;
- collo forte, molto muscoloso, leggermente convesso e ben raccordato con il dorso e con il petto;
- petto largo e con muscoli pettorali molto ben sviluppati;
- torace molto ampio e ben sviluppato in altezza, profondità e larghezza;
- dorso molto muscoloso, leggermente rampante e con garrese ben evidente;
- lombi corti, larghi, molto muscolosi e un po’ convessi;
- groppa lunga, ben larga e molto muscolosa;
- tronco ben proporzionatamente più lungo dell’altezza al garrese; molto muscoloso compatto e forte;
- arti anteriori e posteriori robusti, muscolosi e ben in appiombo;
- garretto largo e spesso;
- piede ben raccolto;
- coda grossa alla radice. Per valutare un buon posteriore se ne osservi la coda: una coda grossa alla radice è indice di ottimo sviluppo sia dei muscoli coccigei che di quelli della groppa (segno di forza e potenza).
Una caratteristica molto importante è costituita dal tegumento: il Cane Corso presenta una pelle spessa, un manto dal pelo corto, a tessitura vitrea, lucente, aderente, molto folto (detto “pelo di vacca”) ed un altrettanto folto sottopelo che si accentua in inverno.
Le caratteristiche fisico-attitudinali sono uguali in tutti i Cani Corso; ciò che si differenzia da una linea genetica all’altra è la colorazione del manto: cenerino fasciato di nero, fulvo, fulvo chiaro, fulvo cervo , mielato (peli fulvi associati a peli gialli o bianchi), marrone, grigio cenere o cenerino (peli neri e bianchi), grigio piombo, grigio chiaro, ardesia (grigio nerastro), tigrato nero su fondo brizzolato, tigratura a tre componenti)
Come testimonia l’iconografia storica del molosso romano, da cui innegabilmente discende il nostro Cane Corso, molti soggetti presentano macchie bianche più o meno estese al muso, al petto e ai piedi. I pastori, ma anche i proprietari terrieri e i cacciatori, storici possessori del Cane Corso, preferivano soggetti dal manto di un frumentino chiarissimo, quasi bianco.
Approssimativamente il peso del Cane Corso varia dai 40 ai 60 kg mentre l’altezza può variare dai 60 ai 70 cm al garrese, anche se un tempo non erano rari soggetti con dimensioni ben al di sopra di tali valori.
Per una selezione ottimale, funzionale oltre che morfologica, si rende necessario l’utilizzo nella riproduzione di tutti i soggetti validi a prescindere dall’altezza e/o dal peso, privilegiando invece le perfette proporzioni e il carattere.
Sulla tipologia di chiusura dentaria molto si è scritto e non raramente a sproposito….
La corretta dentatura del cane Corso è a forbice, oppure a tenaglia oppure a forbice rovesciata. In realtà componenti della stessa cucciolata possono presentare chiusure dentarie che vanno dalla chiusura a forbice al prognatismo lieve, ma questo non significa che tutte debbano essere accettate come “corrette”; semplicemente, vuol dire solo…che può succedere!
Ora, senza ricorrere al supporto di scienziati ben più dotti di noi e pur sorvolando sull’evidenza che non a caso Madre Natura ha fornito alla maggioranza di carnivori una chiusura dentaria ortognata…., la semplice osservazione che natura e uomo abbiano selezionato per “la presa” canidi con chiusura “a forbice o a tenaglia” (Canis lupus, mastino napoletano, dogo argentino, perro da presa canario, etc) porta da sola alla logica deduzione che la selezione allevatoriale di tali cani deve (dovrebbe…) seguire la regola dell’ortognatismo (mascella di uguale lunghezza) e rifiutare sia l’enognatismo che il prognatismo vero (cioè quello che presenta un effettivo evidente accorciamento della mascella superiore ed un posizionamento dei premolari e dei molari tipico delle dentature prognate).
Inoltre poiché il cane corso, il cosiddetto cane da presa e il mastino napoletano “sono lo stesso cane”, dalla considerazione che il mastino napoletano chiude a forbice o a tenaglia, se ne deduce ovviamente (forse non per tutti…!) che il “cane da presa” italiano non può che essere ortognato.
Purtroppo alcuni allevatori in perenne “ricerca di cani corso in standard” (quindi prognati, con assi cranio facciali convergenti), hanno notoriamente fatto ricorso all’incrocio di Cane Corso con boxer, bullmastiff, etc; altri ancora…hanno fatto “la stessa cosa”.. motivandone le ragioni non facendo riferimento allo “standard”, bensì a non meglio specificate e/o motivate “necessità di rinsanguamento”…
Non volendo nemmeno parlare dei primi, ai secondi desideriamo solo ripetere, per l’ennesima volta, che se “rinsanguamento” doveva esserci, forse sarebbe stato più logico e opportuno effettuarlo utilizzando cani da presa come il mastino napoletano, “vecchia maniera” naturalmente…invece di rivolgersi a razze completamente diverse.
Parlando di dentatura, muso, naso e funzionalità, occorre ricordare che, chiamandolo fin da tempi remoti anche “cane da presa”, gli utilizzatori pratici del Cane Corso hanno “fissato” in un appellativo altamente eloquente una delle sue più marcate peculiarità. E’ fin troppo logico allora che il possibile vero standard di un cane da presa debba necessariamente prevedere una chiusura dentaria che in primo luogo sia “funzionale”: quella a “forbice” oppure “a tenaglia” (peraltro da sempre caratteristiche del Cane Corso).
Se è vero, come è vero, pertanto che le peculiarità più marcate debbano trovare riscontro in un possibile veritiero “standard” di razza, è impossibile, almeno per noi e per chi lo utilizza da secoli, accettare quanto in proposito dice l’attuale standard ufficiale. Né, anche se ne possiamo intuire le motivazioni, meritano la pur minima attenzione i patetici equilibrismi di taluni che, nel tentativo di dare come si dice “un colpo alla botte e l’altro al cerchio”, non fanno altro che aumentare la confusione proponendo un ambiguo cocktail di “leggero prognatismo, tenaglia e forbice tollerata” [ “sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Matteo, 5.37)]
E con questo desideriamo chiudere la parentesi sullo standard!
Il Cane Corso, allora, deve avere un apparato mascellare meccanicamente perfetto: la mascella superiore deve essere della stessa lunghezza di quella inferiore e la dentatura superiore deve combaciare correttamente con quella inferiore.
D’altro canto, il prognatismo determina una perdita di efficienza non solo nella presa, ma anche nella masticazione e nell’uso dei denti per la pulizia del pelo e della pelle.
Se non sussiste un raccorciamento della mascella superiore rispetto a quella inferiore e se i denti canini, premolari e molari superiori ed inferiori corrispondono regolarmente, il fatto che gli incisivi chiudano a forbice rovesciata, come si osserva in alcuni Cani Corso, il cane non può essere definito prognato poiché il prognatismo non è dato dall’allungamento della mandibola bensì dall’accorciamento della canna nasale; il vero prognatismo, infatti, è dovuto allo slittamento indietro di tutta la dentatura superiore che determina un varco tra incisivi inferiori e superiori.
Anche la lunghezza del muso è determinante ai fini della buona salute del cane e della sua funzionalità.
Il cane, come altri animali, ha una pelle quasi priva di ghiandole sudoripare; se sottoposto a fatica (e specie quando compie una lunga corsa sottoposto ad alte temperature) la sua temperatura corporea aumenta di alcuni gradi centigradi e il calore non può ovviamente essere eliminato attraverso la sudorazione, ma solo attraverso una intensa e rapida respirazione (polipnea da calore). D’altra parte, non eliminando sali minerali con la sudorazione, esso è meno soggetto alla stanchezza. Non tutti gli organi però sopportano bene una temperatura più elevata del normale e, in particolare, il cervello che deve essere mantenuto “a temperatura accuratamente regolata”. Per mantenerlo tale, la natura ha messo in atto un sofisticato sistema di termoregolazione che fa funzionare naso e bocca “da veri e propri radiatori”. I due organi, cioè, sono percorsi dalla corrente dell’aria inspirata ed espirata che, facendo evaporare l’umidità, consente il raffreddamento delle mucose nasali, della bocca e della lingua. Il sangue che ritorna al muso ha una temperatura più bassa del normale e percorre una vena a forma di manicotto che provoca un vero e proprio scambio di calore in base al quale il sangue refluo della testa raffredda il sangue che va al cervello che, pertanto, non subisce gli effetti nocivi derivanti da una temperatura elevata.
Muscoli ben caldi e cervello freddo sono una accoppiata vincente. Mentre i muscoli e gli altri organi sono mantenuti ad una temperatura più elevata durante e dopo una fatica o lunghe corse, il meccanismo di raffreddamento del cervello comporta un minor utilizzo di acqua rispetto a quanto avviene in altri animali che invece sudano. Per compensare la sola eliminazione di acqua per via respiratoria (come avviene nel cane) è sufficiente una buona bevuta d’acqua, mentre per gli animali che sudano oltre all’acqua occorre integrare anche i sali minerali eliminati con il sudore.
La vera e propria deformazione (detta brachignatismo) costituita dal muso corto di alcune razze (boxer, pechinese, bulldog inglese, etc) fa in modo che anche uno sforzo molto contenuto provochi un aumento della temperatura non solo nel corpo, ma anche nel cervello; poiché viene a mancare “l’effetto radiatore” di cui abbiamo accennato prima, ne deriva uno stato di malessere che rende il cane inabile a particolari funzioni. Il brachignatismo quindi riducendo lo sviluppo dei seni nasali la cui ventilazione consente il raffreddamento del cervello, rende il cane poco adatto non solo a sforzi prolungati, ma anche a mantenere la presa poiché la respirazione ne viene compromessa.
Le razze “a muso corto” (e quindi con un naso brevissimo) sono state ottenute solo per “selezione mirata” tramite la riproduzione di soggetti che spontaneamente presentavano questo tipo di, lo ripetiamo, “deformazione”. Poiché il meccanismo di “filtraggio” dell’aria normalmente inspirata è notevolmente ridotto, se non del tutto assente, oltre al rapido affaticamento sotto sforzo i cani di queste razze hanno diverse limitazioni: sono poco sensibili agli odori (e quindi in loro si riduce l’olfatto che è il senso guida per i cani), l’inspirazione di aria non filtrata li espone a rischi di tracheiti, bronchiti e polmoniti, hanno una limitata presenza di cellule immunitarie nella sottomucosa nasale e ciò li espone anche a maggiori rischi di malattie respiratorie batteriche e virali. Inoltre quando il naso è schiacciato si altera l’eliminazione del liquido lacrimale e diventano frequenti le infezioni agli occhi (congiuntiviti, etc).
Così stando scientificamente le cose, come si può tollerare che in nome di un estetismo fatuo, volubile e personalistico vengano alterati quei meccanismi fisiologici atti a garantire il benessere del cane?
Così stando scientificamente le cose, com’è possibile tollerare in un cane estremamente funzionale come è da secoli il Cane Corso certe conformazioni del muso che oggi rileviamo anche in alcuni cosiddetti “campioni” (di cosa?!?…) o in molti vincitori di “coccarde” (per cosa?!?!…).
Madre Natura non ha mai dato vita a cani con il muso corto…e nemmeno con il naso all’insù!!!
Per concludere il Cane Corso si è conservato fino a noi grazie alla sua morfologia perfettamente adeguata all’habitat e al suo impiego funzionale.
Il suo ambiente era ed è la campagna, il bosco, il pascolo, la masseria, la fattoria; ovunque lo si incontri il Cane Corso Tradizionale porta scritto nel carattere e nelle forme la storia della sua sopravvivenza; il suo spirito di adattamento è stato forgiato attraverso i secoli e la sua morfologia si è adeguata alle necessità di lavoro insieme al suo antico compagno, l’uomo. Un cane che ha attraversato indenne secoli di storia per giungere fino a noi non può essere un animale fragile altrimenti il tempo e la natura stessa lo avrebbero cancellato.
Ciò che il tempo e Madre Natura non hanno fatto in secoli di storia, non vogliamo che oggi venga fatto dall’uomo.
A cura di:
Flavio Bruno, medico veterinario, laureato presso l’Università degli Studi di Bari, si occupa da decenni dello studio e della preservazione del Cane Corso Tradizionale e delle antiche razze canine da lavoro italiane. E’ Direttore del Centro Cinofilo Razze Meridionali di Santa Croce di Magliano (CB) e Presidente di ACSI Il Contado del Molise. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni sulla cinofilia.
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