I carabinieri del borgo hanno identificato il presunto aguzzino dell’animale trovato a un passo dalla morte: il 53enne di Coniolo (frazione di Orzinuovi, Brescia) dovrà rispondere di maltrattamenti
SONCINO – Ci sono volute tre settimane di indagini serrate ma ora Bullo, il cane corso di 9 anni trovato a un passo dalla morte nelle campagne tra Soncino e la Bassa, potrà avere giustizia. I militari del borgo hanno scoperto l’identità del padrone, che è accusato di averlo seviziato fino quasi a ucciderlo. L’uomo, un 53enne di Coniolo (frazione di Orzinuovi, Brescia), dovrà rispondere davanti alla magistratura bresciana di maltrattamenti. Rischia dai tre ai diciotto mesi di carcere e una multa da 5mila a 30mila euro.
LA STORIA:
«Volevo vederlo morire», ha detto il responsabile ai carabinieri del borgo che lo hanno interrogato e poi denunciato alla procura di Brescia. La storia è terribile. Ai primi di marzo viene trovato lungo una strada di campagna, barcollante, un cane corso. Subito soccorso e portato alla Clinica veterinaria di Crema, Laura Gatti, che lo visita, riscontra solo 19 chili di peso su un soggetto che dovrebbe pesarne 60. Inoltre, il cane presenta ecchimosi e scottature. Si scoprirà che sono bruciature di sigaretta.
Mentre da una parte c’è una gara di solidarietà per aiutare il povero cane che, sorprendentemente, reagisce bene alle cure, dall’altra i carabinieri di Soncino, coordinati dal comandante Paolo Rosin vogliono dare un nome alla persona che ha ridotto in quello stato questo povero cane. Le ricerche escono dal borgo e approdano al di là dell’Oglio. Poi una denuncia anonima indica ai militari un’abitazione e lì i carabinieri trovano la persona che si è resa colpevole dei maltrattamenti al povero cane. E’ un agricoltore di 53 anni residente in una cascina di Coniolo. Dirà candidamente ai carabinieri di aver deciso di lasciar morire di stenti il povero cane, di averlo legato alla catena e di averlo lasciato per giorni senza cibo.
A salvare l’animale è stata una persona che ha visto quel che succedeva e che un giorno non ce l’ha più fatta e ha deciso di liberare l’animale. Gli ha dato una chance, lo ha mandato via. E il povero animale non si sa come è arrivato a Soncino e lì lo hanno soccorso. L’agricoltore ha raccontato quel che ha fatto, comprese le scottature di sigaretta e altre nefandezze. Adesso l’agricoltore è stato denunciato alla procura di Brescia che lo manderà sotto processo. Intanto Bullo si è ripreso e in poco più di un mese ha messo su quasi dieci chili. Siamo ancora lontani dalla forma media, ma per lo meno non è più in pericolo di vita. Il popolo del web, alla notizia della denuncia, si è scatenato contro l’agricoltore, ma ha anche dato una valida mano per pagare le cure a Bullo che tra poco potrà essere adottato.
Leggere nel 2018…questi fatti di cronaca di violenza nei confronti degli animali mi rattrista molto. Mi rattrista che al giorno d’oggi ci siano persone che, con lucida e perseverante determinazione si accaniscono su una creatura indifesa che dipende interamente da lui. Perchè non cederlo o affidarlo ad una Associazione di volontariato? Perchè ridurlo in quel modo consapevolmente vedendolo morire giorno per giorno? Non trovo davvero giustificazioni in tali consapevoli e terribili atti, confido in una pena esemplare e mi vergogno di appartenere al'”essere umano”..che di umano..spesso non ha nulla.