LURAGO D’ERBA – E’ una storia triste ma anche carica di affetto e solidarietà quella accaduta domenica a pochi passi dalla vetta del Resegone: è la storia di Gas, cane Corso, di poco più di due anni di vita, morto durante un’escursione con i suoi padroni nella salita verso una delle cime lecchesi tra più note e suggestive.
Il suo cuore non ha retto ad un improvviso collasso che lo ha colto quando mancavano pochi metri a raggiungere il rifugio Azzoni.
“Percorrevamo il sentiero numero 1, con mia moglie il mio bimbo di soli tre mesi, partiti dai Piani d’Erna e diretti al Resegone – racconta Alessandro Tamiazzo, di Lurago d’Erba, proprietario del cane – eravamo quasi arrivati al rifugio quando Gas si è sentito male. Diverse persone si sono fermate ad aiutarci, tra loro un alpinista e un medico sportivo che ha fatto il possibile ma purtroppo non c’è stato nulla da fare”.
Il momento di dolore per la perdita del povero cagnolone, è stato interrotto dall’urgenza di dover scendere a valle per il maltempo che si stava affacciando alla montagna.
“Abbiamo dovuto lasciarlo sul sentiero, era troppo pesante e non sarei riuscito a portarlo a valle in tempo. Una volta scesi, il cellulare non aveva segnale in quota, ho avvisato chi potevo della presenza del suo corpo e sarei tornato a riprenderlo appena possibile”.
All’indomani dell’accaduto, al telefono di Alessandro arriva la chiamata dei Carabinieri Forestali per chiedere al proprietario di rimuovere la salma dell’animale dal sentiero. “Lavorando non mi era possibile tornare a riprenderlo nell’immediatezza, così i forestali si sono offerti di salire per controllare la situazione”.
Al loro arrivo però, gli uomini dell’Arma hanno notato che il corpo di Gas era già stato spostato dal sentiero e fatto ruzzolare poco più a valle. La decisione dei forestali, in accordo con il proprietario, è stata quella di dare una degna sepoltura all’animale, realizzando una piccola tomba in prossimità del sentiero 11, nella zona dove è stato ritrovato il suo corpo.
“Voglio ringraziare i Carabinieri Forestali, in modo particolare il tenente colonnello Giorgio Deligios, per il loro impegno e la loro comprensione, e per quanto hanno potuto fare per Gas. Siamo ancora addolorati dalla sua morte”.7
fonte: erbanotizie.com
Buongiorno,
credo che l’unica cosa di bello in questa storia sia la tomba nel sentiero 11, per il resto mi chiedo solo come si possa lasciare il proprio cane morto sul sentiero e per di più andare a lavorare il giorno dopo in tutta tranquillità.
In qualsiasi condizione e con ogni sforzo possibile sarei sceso col cane e se non avessi potuto scendere col cane in quel momento non sarei sceso neanche io.
Che vergogna, lasciare il proprio cane morto, andare a casa ed il giorno dopo pure al lavoro…. che gente!
“urgenza di scendere a valle per il maltempo che si stava affacciando”… Non voglio giudicare ma resto perplesso…
Lasciare il corpo di un membro della famiglia cosi…
Parla il padrone di due corsi ….entrambi in braccio e fermandomi anche ogni 5 minuti ma scendevano sulle mie spalle!!!