Questo minuscolo parassita vive sotto le palpebre e sotto la nittitante, la terza palpebra che i cani e i gatti hanno all’interno dell’occhio vicino allo sbocco della ghiandola lacrimale, e può rinvenirsi anche nel dotto e nella ghiandola lacrimale. E’ di colore bianco, molto sottile, ha dimensioni che vanno dai 7 ai 19 mm.
Esistono numerose specie di Thelazia, responsabili di infezioni oculari negli animali ma nel cane sono state descritte due sole specie, la Thelazia callipaeda e la Thelazia californiensis.
L’infestazione si osserva anche nel gatto e più raramente nell’uomo (casi ad andamento benigno, sinora non segnalati in Italia).
La diffusione di questi due parassiti varia: T. californiensis è esclusiva del continente nord-americano, mentre T. callipaeda è endemica nella federazione Russa e in alcuni paesi dell’Est Asiatico come l’Indonesia, la Thailandia, la Cina, la Corea, la Birmania, l’India e il Giappone.
In Europa T. callipaeda è stata segnalata in Italia (aree collinari e basso montane di Piemonte, Basilicata e Calabria), Francia e Svizzera.
RUOLO DEGLI INSETTI
La theilazia viene depositate all’interno dell’occhio grazie ad insetti vettori, piccole mosche della famiglia delle Drosophilidae. Forse anche la stessa mosca comune è un veicolo per il parassita.
Le thelazie adulte lasciano, all’interno dell’occhio, numerose larve che vengono ingerite dagli insetti nei quali poi si sviluppano fino a diventare infestanti. A questo punto, quando la mosca si compie il suo pasto nell’occhio dell’animale deposita le larve e trasmette il parassita.
La parassitosi è diffusa nel periodo primavera – estate – inizio dell’autunno in quanto legata all’attività degli insetti vettori. La maggior diffusione si ha nelle aree di campagna dove c’è presenza di allevamenti di animali quali bovini, ovini o equini e quindi alta incidenza di insetti.
SINTOMI CLINICI
In genere l’animale viene portato alla visita per un’intensa lacrimazione che a volte si trasforma in scolo oculare purulento. Le congiuntive sono molto arrossate e nei casi più gravi si possono lesioni ulcerative alla cornea poiché l’animale, infastidito da intenso prurito, si strofina gli occhi.
COME EVIDENZIARE IL PARASSITA
Se c’è presenza massiva dei piccoli nematodi, basta sollevare le palpebre per rinvenirli; in altri casi bisogna cercarli accuratamente all’interno della palpebra nittitante.
I vermi possono essere rimossi, molto delicatamente con una pinzetta atraumatica o con un cotton fioc. E’ necessario rimuoverli tutti. Poi viene instillata nell’occhio soluzione fisiologica e vengono prescritti colliri antiinfiammatori.
TERAPIA FARMACOLOGICA
Oltre alla rimozione meccanica è necessario somministrare farmaci antiparassitari specifici utilizzando principi attivi quali ivermectina o moxidectina. L’animale deve essere monitorato fino alla guarigione. Naturalmente devono essere messe in atto tutte le misure di profilassi per ridurre, per quanto possibile, l’infestazione da parte degli insetti vettori.
A cura della dr.ssa De Toni Franca , medico veterinario