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Sui giornali di oggi è comparso questo articolo:
La denuncia dei ricercatori: “Il divieto dei test sugli animali rallenta le sperimentazioni”
L’appello della piattaforma Research4Life: «La nuova legge ci indebolisce, l’Italia si riallinei con il resto dell’Ue»
07/07/2015
flavia amabile
roma
È ancora scontro sull’uso di animali nella ricerca. La legge sulla sperimentazione animale approvata un anno fa sta rallentando la ricerca, denunciano alcuni dei principali ricercatori italiani durante un convegno organizzato dalla piattaforma Research4Life. La legge ha recepito in maniera restrittiva la direttiva Ue, proibendo l’allevamento in Italia e vietando i test a chi fa ricerca sulle sostanze d’abuso e sugli xenotrapianti da fine 2016. «Questa legge ha già portato a un indebolimento della figura dell’Italia – sottolinea Silvio Garattini, direttore del Mario Negri di Milano -, alimentando l’impressione che nel nostro Paese si voglia ostacolare la ricerca. Sul piano pratico abbiamo dei progetti fortemente rallentati, e ad altri dovremo rinunciare quando inizierà il divieto sulle sostanze d’abuso».
La piattaforma Research4Life, di cui fanno parte istituti scientifici, enti benefici come Telethon e associazioni di pazienti, ha lanciato una raccolta di firme per chiedere alla Commissione Ue di valutare la legge italiana, a forte rischio infrazione. «Gli obiettivi che abbiamo sono già enormemente difficili – ha affermato Elena Cattaneo, direttrice del Centro di Ricerche sulle Staminali dell’Università di Milano -. Il mio principio è “non un animale in più” di quello che serve. Nel mio laboratorio un ricercatore che doveva venire dagli Usa ha rinunciato al finanziamento per il timore di non poter lavorare, ma il rischio è che la ricerca si blocchi del tutto».
La ricerca di metodi alternativi, hanno sottolineato gli esperti, è già in corso, ma per alcuni test gli animali sono necessari. «Si pensi alle sostanze d’abuso, di cui escono nuove versioni in continuazione – ha sottolineato Carlo Manfredi dell’Ordine dei Medici di Massa Carrara – se non si fanno test sugli animali dobbiamo aspettare che siano le persone ad assumerle per capire come funzionano».
Giuliano Grignaschi, segretario generale di Research4Life sa bene che il loro appello provocherà polemiche: «Abbiamo scelto di iniziare da un tema complesso e scomodo come quello dell’uso dei modelli animali nella ricerca biomedica per rompere il silenzio generale che, da sempre, circonda questo argomento – serve una scelta di coraggio e soprattutto di urgenza, alla luce delle recenti scelte fatte dal nostro Paese: siamo estremamente convinti che una corretta informazione sia un requisito essenziale per fare scelte consapevoli, sia a livello individuale che pubblico».
Informare è la richiesta anche della ministra della Salute Beatrice Lorenzin. Nella sua lettera di saluto a sostegno dell’iniziativa, ha scritto: «Il rischio è che un cittadino poco informato, o peggio, male informato, possa lasciare campo aperto a convinzioni non fondate scientificamente. Questo non possiamo permetterlo, soprattutto perché stiamo parlando di un campo estremamente sensibile quale è la salute dei cittadini».
Se qualcuno mai potesse credere che queste prese di posizione siano dettate da amore per la scienza e non da shifose finalità economiche, a dissuaderlo basterebbe questa frase contenuta nell’articolo.
Il mio principio è “non un animale in più” di quello che serve
Un autentico lapsus freudiano!
Non credo nella vivisezione, perche anche se oggi la chiamano ricerca scientifica su animali di quella si tratta, penso che su 10 farmaci messi in commercio 8 abbiano degli effetti collaterali molto forti, le case farmaceutiche spingono di continuo per mettere in commercio sempre nuovi farmaci a caro prezzo,e il giro di soldi che ci va dietro è enorme,e ci mangiano un sacco di capoccioni che si spacciano per grandi luminari della ricerca scientifica, che dire io sono contrario, primo perche non accetto che si debba fare del progresso torturando degli animali, poi non credo assolutamente che serva la cosa, i farmaci migliori sono stati ottenuti senza la sperimentazione animale, perciò qualsiasi cosa che si dica o che si faccia io sono fortemente contrario , saluti Valerio
Beh, hai veramente messo il dito sulla piaga!
Eppure, sono stupefacenti la naturalezza e la malafede con la quale i mezzi d’informazione riescono a trasformare gli interessi economici in finalità scientifiche.
NON INTENDO DIRE 1 PAROLA Più DI QUESTE SULLA QUESTIONE……
UN UOMO CHE SOSTIENE O VA NELLA RICERCA SUGLI ANIMALI A TROVARE LA RISOLUZIONE DEI PROBLEMI, E’ LO STESSO UOMO TALMENTE INTELLIGENTE DA DIVIDERE L’ ATOMO E TALMENTE STUPIDO DA PROVARNE GLI EFFETTI SUL PROPRIO PIANETA.
..Sono contrario alla ricerca effettuata a discapito degli animali, nel corso degli anni si sono viste scene tremende. L’uomo molte volte fa veramente schifo! Una delle ultime cose che mi ha colpito è stata la vacca con la botola sulla pancia necessaria per fare chissà quale ricerca..
C’è da dire inoltre che nel 90% dei casi i farmaci testati sugli animali da laboratorio non hanno gli stessi benefici sull’uomo proprio perchè siamo diversi dal punto di vista genetico. Purtroppo i metodi alternativi (che sono tanti e validi), non vengono presi in considerazione perché ben poca gente può lucrarci su…io nel mio piccolo posso dirvi che pur avendo avuto un linfoma e quindi la necessità di sottopormi a 10 cicli di chemio, quando ho chiesto alla segreteria della AIL se facessero sperimentazione animale e mi fu risposto” non finanziamo direttamente test su animali anche se per molte cose risultano ancora necessari” ho smesso di finanziare la AIL. ..e tanto per citarne una… sarò forse anche ipocrita agli occhi dei più però voglio pensare che prima o poi questo abominio possa finire…in America centri oncologici sono completamente contro la vivisezione, speriamo di arrivarci molto presto anche qui.