Cane Corso Italiano – una Razza Straordinaria! › Forum › Carattere ed educazione del cucciolo › Lambiente ed il carattere
Su questo forum leggo decantare i favolosi giardini di alcuni utenti, anche dotati di mirabolanti recinzioni: la cosa mi fa un po’ ridere, perché io ho… due balconcini!
Ho anche una cascina in campagna, è vero, nella quale il terreno non manca, però manca la recinzione: il mio cane non ne ha bisogno perché dalla porta di casa non si allontana (nessun cane l’ha mai fatto, non solo il Corso). E’ chiarissimo, dal contesto, che si tratta di una proprietà privata e la presenza del cane è segnalata; il cane non esce e se qualcuno entra… peggio per lui!
Ciò detto, volevo parlare delle esperienze che un giovane cane si trova a metabolizzare nei primi suoi mesi di vita. La principale è certamente il rapporto che instaura con la sua nuova famiglia, perché lì si gettano le basi per il carattere in divenire. Poi è chiaro che l’ambiente gioca un ruolo importante; riguardo a ciò mi piacerebbe sentire l’opinione di altri appassionati.
Il fortunato cane possessore di una villa con parco ha molta possibilità di movimento; la mia esperienza però mi porta a considerare che di tale possibilità egli non fa uso, perché trascorre la giornata stravaccato in un angolo, in attesa dell’uscita col padrone, il quale nel giardino spesso trova un comodo alibi per dimenticarsi del cane.
Quando sono in campagna, in vacanza, non lascio mai il cane da solo in giardino per più di mezz’ora, ma trascorro diverse ore camminando con lui per sentieri solitari: quest’estate ho calcolato una media giornaliera di 15-20 Km. Se però dovessi lavorare lì, non avrei tanto tempo libero: in città mi alzo prima delle 6 e cammino per circa un’ora; due ore circa durano le varie passeggiate che il cane fa con mia moglie; al mio ritorno ancora un’oretta di camminate o di giochi all’aperto e, dopo cena, un’ultima breve uscita di 15-20 minuti. Chiaro che il confronto non è favorevole, ma in compenso la vita del cane in città è più ricca di esperienze: avete mai considerato che cose strane sono per lui un grande autobus, un tram, un centro commerciale, una stazione ferroviaria? Poi la vita in appartamento offre un contatto strettissimo con i membri della famiglia e questo per certi cani è essenziale. Anche le vacanze sono foriere di esperienze: pensate all’automobile, al traghetto, alla barca, alla vita in un camping; quando il mio cucciolo ha visto il mare vi si è gettato dentro senza capire cosa fosse, per seguire le bambine e… ha imparato a nuotare!
In ogni caso l’aspetto saliente, per le manifestazioni caratteriali dei cuccioli, è l’interazione con i suoi simili e con la fauna umana che popola i parchi pubblici. Torino, come forse sapete, è ricca di spazi verdi: ha dei parchi molto ampi ed anche molti giardinetti rionali, che offrono sbocchi di libertà per i cani cittadini.
Ma prima di parlarne lascio la parola a qualche altro cinofilo che certamente avrà esperienze interessanti da descrivere.
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Ciao Beppe, io ho un mega cortile separato dalla strada con un cancello, diciamo subito che non sono di quelli che porta in giro per ore il cane ogni giorno, facciamo si le nostre passeggiate ma capita spesso che non si vada da nessuna parte, per me l’importante è che il cucciolone stia con la sua famiglia e non solo ad abbaiare alle mosche per noia. Il cortile lo trovo molto comodo perchè mio figlio ci gioca spesso col suo amicone a 4 zampe. Di scomodo ho che il cortile non è solo mio ma lo divido con la mia padrona di casa e dei muratori che vengono rare volte, per questo motivo ho dovuto fare un box proprio attaccato alla porta d’entrata per chiuderlo quando sono al lavoro. E’ comodissimo un cortile ma prima di tutto lui vuole la sua famiglia vicina!
Io ho un terreno di 5000 mq, Cesare la maggior parte della giornata la passa vicino la porta di casa.. Se io e i mie genitori andiamo in giro per il terreno lui ci segue come ombre.. Poche volte durante la giornata va in giro assieme agli altri cani, soprattutto quando passano animali o macchine.. Le uscite fuori al terreno non sono più di una – due al giorno, in genere se posso me lo porto sempre con me soprattutto ora che ho più tempo che sono senza lavoro
Per il cane corso non è importante avere un grande spazio per correrre ,ma stare insieme al suo padrone,infatti capita spesso di sentire dire :il mio cane ha un sacco di terra per correrre ma se non vado io con lui sta sempre fermo ad aspettermi, per il cane corso la cosa piu importante è stare con il padrone vivere con lui , a volte è perfino ossessivo diventando colloso, ma la sua natura è questa, chi vuole un cane più distaccato deve rivolgersi ad altre razze ,ciao Vale
… Il mio esempi calza alla perfezione le parole di Valerio, a dire il vero ultimamente mi cerca in continuazione.. La mattina quando mi sveglio lo trovo fuori la porta di casa (dove dormo che non coincide con quella dove vivo)..
Confermo anche io e non mi stupisco che in parecchi abbiamo il giardino. E’ un binomio naturale cane grande=giardino. Ma al corso più che dello spazio hanno bisogno del proprio padrone. C’è poco da fare è la sua natura. Una cara amca che mi ha convinto a prendere un esemplare di questa splendida razza, ha il suo cucciolone fuori taglia in un appartamento di 50 mq. Certo lo spazio può servire, ma per questa razza non è essenziale.
Cita da: Valerio Ricci il September 17, 2014, 15:47[/b]
… per il cane corso la cosa piu importante è stare con il padrone vivere con lui , a volte è perfino ossessivo …
Un simpatico ragazzo in vena di scherzi mi ha scritto in privato per farmi notare che “L’ambiente” si scrive con l’apostrofo! Giuro che lo sapevo: si è trattato di un refuso.
Venendo alla fauna di città, purtroppo la pubblicità di troppi psicologi canini e sussurratori vari ha fatto scuola e come sempre l’insipienza si associa fortemente alla presunzione. Farò un paio di esempi.
Nel giardinetto vicino a casa mia facevo spesso giocare il mio cucciolo, che aveva tre mesi, con un pit-bull di circa sei: per questo tipo di giochi reputo importante che l’antagonista del mio cane sia un pochino più forte di lui ma assolutamente di buon carattere. Dopo alcuni giorni comincia a presentarsi un giovanotto con un dobermann adulto e voleva prender parte ai giochi: parlo del giovanotto, non del cane. In ginocchio fra i cuccioli che lottavano, pretendeva di limitarne i morsi, indirizzarne i movimenti, stropicciarli ogni due minuti. Quando l’ho invitato a smetterla mi ha tirato fuori, come fossero farina del suo sacco, i soliti discorsi sul socialismo canino, che io detesto. Così gli ho risposto che poteva socializzare quanto voleva col suo cane, ma non col mio; in conclusione, i giochi in quel giardinetto per il mio Argo sono terminati. Devo anche osservare, riguardo all’applicazione pratica del “valeriarossi-pensiero”, che il dobermann socialista di cui sopra è molto affettuoso con tutti, gentilissimo coi cani, assolutamente indifferente ai richiami del padrone. Buono com’è, è riuscito a procurare un grave danno: una vecchietta che giungeva col suo berlichin, vedendosi arrivare addosso a tutta velocità il dobermann giocherellone (grandissimo, fra l’altro) si è spaventata ed ha pensato bene di salvare la vita a Fuffi prendendolo in braccio; il gioco è piaciuto moltissimo al dobermann il quale credeva si dovesse fare un po’ di tiro alla fune; risultato: Fuffi ferito, la vecchietta a terra piena di ecchimosi, i vigili urbani per giorni a pattugliare il giardinetto ed il sussurratore socialista col suo dobermann latitanti.
Poi ci sono le animaliste in libertà, ciascuna con un branco di cani tutti sciolti al seguito. Questi si abbattono come cavallette sul parco e pretendono di farsene padroni, abbaiando come pazzi a 30 cm dalla bocca dei cani di passaggio o dietro a bambini e ciclisti. Il vecchio lupo che avevo prima impazziva di rabbia, ma un paio di volte “mi è scappato” ed è piombato sul branco facendo una mezza strage, così ecco che venivo additato dalle megere come un pericolo pubblico e coperto di improperi al mio passaggio; ma anche evitato, finalmente.
Ci sono poi i proprietari di cagne femmine, rigorosamente senza guinzaglio, che si precipitano ad insolentire i maschi di passaggio: anche queste col mio lupo cadevano male; con Argo vedremo.
Un altro socializzatore, armato di simil-pastore di circa un anno, non ha mai posseduto un guinzaglio e si diverte a lanciare il suo cane addosso a tutti quelli che passano, col pretesto che tanto “vuole solo giocare”. Gioca pesante però, ringhiando e cercando di montare tutti, maschi e femmine. Quando ha preso di mira noi, la prima volta l’ho respinto avvertendo il padrone di portarsi via il botolo e la seconda l’ho fatto volare con un calcione: il gesto è tanto piaciuto al mio Argo che da allora è lui che cerca quel cane per attaccarlo. E’ proprio vero, a quanto pare, che i Corsi imparano subito: il mio Argo ha subito capito il significato di ordini quali “vieni a mangiare” o “bevi il latte” ed anche “attacca!” Invece ancora non ha capito cosa significhi: “fermo”, “a cuccia” o “stai bravo”.
Infine i viandanti: il mio cucciolo ha subito accettato l’ordine di disinteressarsi a loro e guardarli con indifferenza.
A condizione, però: a) che non siano negri, o slavi, o rom, ecc. b) che non pretendano di entrare in un posto ristretto già occupato da noi; c) che non si avvicinino alle bambine; d) che non mi rivolgano la parola in condizioni di semi-oscurità d) che non gesticolino troppo; e) che non corrano incontro a noi. Troppe variabili, come vedete.
Se si riesce a metter ordine in questa selva di circostanze foriere di stimoli che il cucciolo riceve da giovanissimo, la vita di città per il cane è senz’altro più formativa, altrimenti sono fastidi. La campagna fornisce messaggi più schematici: il mondo comincia oltre il nostro confine, noi qui e lì tutti gli altri; unico animale ammesso (ma non troppo volentieri) il gatto di casa; persone: solo noi di famiglia.
In queste condizioni lavorare sul carattere del cane è più facile ma forse meno stimolante: voi cosa dite?
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Giuseppe la foto sotto il testo è tua? E’ davvero bella e non ti nascondo che mi fa un pochino invidia, purtroppo io non posso abbracciare il mio cane così…sono allergico…
Mi avete rincuorato parecchio. Per motivi famigliari ho dovuto trovare una nuova sistemazione e per un anno o due dovrò stare in un appartamento… sinceramente questo mi ha fatto rallentare la ricerca del cucciolo, ma dopo aver letto attentamente questa discussione mi sono riattivato. Grazie Giuseppe, ti devo almeno un paio di birre. 😀 😀 😀
Rispondo con la stessa simpatia con cui Giuseppe è intervenuto a proposito di “mirabolanti recinti”. Sai Giuseppe, mi rivolgo in modo diretto, perché sarà una coincidenza ma ho avuto la sensazione che parlavi del mio recinto e della preoccupazione esagerata che ho avuto. Questo è vero, quando ho avuto risposta da parte dell’amico Valerio, mi sono però molto tranquillizzato. Detto questo adesso ti cito il link http://www.youtube.com/watch?v=9V8WQd2FxLg, dove ho trovato un filmato relativo ad un cane corso che ha saltato il suo recinto. E ti chiedo, ma tu nei miei panni, pur avendo un recinto mirabolante come tu lo hai descritto, dopo aver visto il video che ti ho citato, mettici anche che non ho mai avuto a che fare con nessuna razza di cani. Non ti saresti preoccupato, tenendo anche conto che ho la grande responsabilità della incolumità dei mie confinanti, visto che non vivo in aperta campagna. Quindi secondo me non ci sarebbe poi tanto da ridere quando si ha a che fare con cani come i nostri, che pur essendo una gran bella razza, sono cani che potrebbero essere anche fonte di guai seri, per tanto una prudenza eccessiva non guasta, semmai può fare molto male essere superficiali per se e tanto peggio per gli altri, o no?
Concordo anche io con quello che dice Francesco
Per concludere questo scambio di opinioni, vorrei discorrere un po’ del guinzaglio, male necessario in città e tuttavia anche arma a doppio taglio. E’ evidente che non si può condurre un cane libero tra la folla, o nel traffico, o vicino ad altri cani. D’altra parte il guinzaglio stimola l’aggressività e nel contempo la distorce. Come diceva Valerio Ricci, esso delimita temporaneamente i confini del mondo, all’interno dei quali il cane da difesa o da guardia esercita le proprie prerogative. Ma anche funge da cordone ombelicale, perché il cane al guinzaglio sente il contatto col padrone, che gli incute coraggio e sicurezza e nello stesso tempo lo libera dal compito gravoso di pensare: al guinzaglio, il cane agisce e basta. E’ bene, quando si può, liberare il cane perché in tal modo egli acquista una maggiore autonomia nella scelta degli spazi e si abitua a guardare più lontano, sia in senso fisico che metaforico. Questo risulta evidentissimo in uno spazio aperto e libero: il cane individua delle piste, parte ad esplorare oggetti più lontani, immagina o trova possibili prede, corre avanti e indietro giocando e cercando di compattare il proprio “branco”. In città occorre molta cautela, ma il massimo sarebbe un cane che “stia al guinzaglio” pur senza averlo.
Ricordo un racconto di Valerio, il quale descrive l’incontro fra la sua Noor ed un dobermann in un recintino: se fosse stata al guinzaglio, forse Noor lo avrebbe attaccato subito, oppure se la sarebbe presa col padrone troppo spiritoso; libera, ha dimostrato un equilibrio incredibile per un cane giovane, ed una capacità di agire in autonomia davvero fantastica. Ma raggiungere quei livelli richiede capacità non comuni e certamente non è facile, anzi talvolta risulta impossibile. Io comunque non ci sono mai riuscito.
Ieri sera, verso le 23, nell’ultima passeggiata Argo ed io attraversavamo un parco e due giovanotti ci son venuti incontro. Pensavo che si trattasse dei soliti tossici accattoni, invece uno, molto gentilmente (forse credeva che fossi io quello che morde) mi chiede di vedere il cane. Io gli rispondo sorridendo che il cucciolo non è molto socievole, ma i due che non avevano capito fanno due passi avanti e… quattro salti indietro, perché Argo con un ruggito sordo era saltato loro addosso, fermato solo dal guinzaglio che tenevo stretto. I due ragazzi, meravigliati, hanno chiesto: ma quanti anni ha? “Cinque mesi” ho risposto Ed uno di loro: “Com’è possibile?” E qui mi è venuta in mente una battuta di Valerio Ricci: “Poca acqua nel vino!”