Ogni anno sul sito dell’Enci (Ente nazionale cinofilo italiano), escono le statistiche relative alle razze iscritte nel registro nazionale e si può trarne una sorta di hit parade.
Un avvertimento. I cani più diffusi, rispetto a quelli col blasone, sono i meticci, i botoli, i bastardini, fortuiti incroci generati in fretta e furia e in gran segreto, all’ombra di una siepe o in un cortile poco sorvegliato.
Detto questo, se vi aspettate sorprese «esotiche», rimarrete delusi. Il re dei re è sempre lui, Rin Tin Tin o Rex è il Pastore tedesco il top parade: sulla bellezza non c’è discussione, sull’affidabilità (anche se avrei qualcosa da eccepire per i soggetti degli ultimi due decenni) è comunque ancora il must, insidiato soltanto dai Retriever. Ma andiamo con ordine. Secondo nella graduatoria, il Setter inglese con il suo sguardo dolce e malinconico. Sarebbe uno splendido cane da compagnia, di bontà incomparabile, ma risulta in quella posizione per le sue capacità in ambito venatorio.
A insidiare il Pastore tedesco, come affidabilità, è il Labrador miele o cioccolato, com’era quello di Clinton, terzo arrivato. Non vedenti, persone in pericolo al mare o disperse in montagna, disabili vari, gli devono la sopravvivenza.
Quarto in graduatoria il Golden Retriever, simile al Labrador ma col pelo più lungo e soprattutto meno invadente, più equilibrato, di una pazienza infinita con i bambini e con tutti e per questo pessimo cane da guardia, ma un tesoro prezioso per la famiglia.
Sui vecchi 78 giri de La voce del Padrone c’era un cane accanto al grammofono. Il Jack Russell Terrier, quinto nella parade. Sarà stata la filmografia, lo spot di certe mele, sarà che è una media taglia con un carattere vivace e in grado di farsi rispettare (è pur sempre un Terrier!), raggiunge la metà della classifica in scioltezza.
Piccolissimo, ma agguerrito combattente tolteco e azteco, al sesto posto troviamo il Chihuahua e questa volta i vip devono avere il loro peso visto che lo possiedono e non mancano di farne vanto, Paris Hilton, Valerio Scanu, Barbara D’Urso, Manuela Arcuri e tanti altri.
Al settimo posto un evergreen, il Boxer, impareggiabile «santo» con i bambini, un raro mix di socievolezza, combattività, pazienza e senso di dedizione per tutti i proprietari. Per fortuna è rimasto quello di una volta e i genetisti non ne hanno rovinato il carattere bonario e giocherellone. Il suo tallone d’Achille sono i tumori. Un tantino sorprendente l’ottavo arrivato, il Cane Corso, semplicemente perché gestire mezzo quintale di cane non è proprio semplicissimo. Non è cane per tutti. Va educato con polso e sensibilità. Se così è sarà un cane da guardia con pochi rivali e un gigante buono con gli ospiti.
Al nono posto il Segugio a pelo raso e qui sono i seguaci di Diana a decretarne il successo. Lui è un cacciatore e quello che sa fare è cacciare. Le lepri lo conoscono bene. Al decimo posto il Rottweiler, che non gode di ottima fama, ma, se educato da chi sa farlo, diventa uno splendido cane da difesa e un incomparabile amico di giochi, fino all’ultimo dei suoi giorni.
Qualche delusione per gli esclusi? Personalmente almeno due. Il Cocker Spaniel, lunatico e goloso, attore insuperabile quando si tratta di questuare un pezzo di pizza e il vecchio e caro Lassie (Rough Collie) che purtroppo è caduto nell’oblio assieme al suo cuore, unico per generosità. E non solo nella famosa serie di telefilm (con una giovanissima Elizabeth Taylor) che lo rese tanto popolare in tutto il mondo.
Oscar Grazioli
fonte: ilgiornale.it